Uno spirito indipendente e passionale, un talento artistico singolare e soprattutto una personalità originale e restia ad ogni convenzione sociale. Solo una donna con un forte senso di identità personale poteva essere in grado di dare una svolta ad una vita travagliata e segnata da grandi tragedie.
Un giorno, all’età di 18 anni, un evento terribile cambiò la vita di Frida Kahlo mentre tornava a casa da scuola. Un incidente dell’autobus su cui viaggiava provocò molteplici ferite al suo corpo già affetto da spina bifida: colonna vertebrale spezzata in tre punti, frammentazione del collo del femore e delle costole, la gamba sinistra riportò undici fratture, il piede destro slogato e schiacciato, la spalla sinistra lussata e l’osso pelvico spezzato in tre punti. Inoltre un corrimano la trapassò completamente. Dopo essersi sottoposta a 32 operazioni chirurgiche fu costretta ad anni di riposo nel letto con busto di gesso: rinchiusa in casa, la solitudine la spinse a dedicare il suo tempo alla lettura di libri sul movimento comunista e a dipingere, facendo dell’arte la sua ragione di esistere. I suoi genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto in modo che potesse vedersi, e da questa sola posizione Frida iniziò a dipingere una serie di autoritratti. “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio.”
Quali sono, in questa drammatica situazione, gli elementi che insieme alla sua forza d’animo la porteranno a trasformare la sua vita qualcosa di straordinario? L’arte, la politica e l’amore, indissolubilmente legati tra loro.
Già da giovanissima frequentò un gruppo di studenti vicini al socialismo nazionale: le donne della sua epoca arrivavano all’emancipazione principalmente attraverso la politica ed è sicuramente per questa ragione che Frida Kahlo si iscrisse al partito comunista messicano dove militavano numerose donne indipendenti, dinamiche e con forte autodeterminazione. Si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana e del Messico moderno.
Furono i suoi dipinti che la portarono a conoscere Diego Rivera, che la inserì nella scena politica e culturale messicana, che poi sposò e con il quale avrà un rapporto di irrefrenabile e ossessionata passione ma anche di grande e frustrante sofferenza dovuto soprattutto ai suoi tradimenti.
Molti dei suoi autoritratti sono inspirati all’arte tradizionale precolombiana e confermano la sua intenzione di affermare la propria identità messicana – evidente anche nel suo modo di vestire – difendendo il suo popolo e rappresentando con la sua arte il folclore messicano.
Anche il suo corpo martoriato caratterizza la sua arte, e a un certo punto i dipinti non si limitano più alla rappresentazione degli incidenti della sua vita, ma vanno oltre mostrando il suo stato interiore e il suo modo di percepire la relazione con il mondo. Anche se la sua arte è stata associata al surrealismo, lei si riteneva un’artista originale che non apparteneva a nessuna corrente. La sua immaginazione non era un modo per uscire dalla logica ed immergersi nel subconscio ma soprattutto il prodotto della sua vita che lei cercava di rendere accessibile attraverso simboli e metafore. Il dolore nelle sue tele non è mai tragico: ritratti inusuali e pieni di colore mostrano una donna di forte identità e forza che riuscì ad affrontare enormi problemi di salute e anche personali. Le sue opere sono di grande impatto emotivo e grandissimo fascino e, mentre la sua vita fu marcata dalla depressione, invece la sua arte la eleverà da vittima ad icona.
La sua sete di vita le diede il coraggio di affrontare interventi chirurgici non strettamente necessari dal punto di vista medico, e con forte determinazione cercò di portare avanti tre gravidanze senza riuscirvi.
La sua vita fu intensa e crudele, Le conseguenze dell’incidente condizionarono la sua salute per tutta la vita, e la portarono ad una forzata convivenza con la depressione, ma niente riuscì a toglierle la voglia di vivere. Cercò sempre di superare gli ostacoli creati dal suo corpo fragile con spirito vivace, anticonformista, creativo e ribelle, e questo fu il suo grande successo.
La più grande lezione che ci ha lasciato è che la nostra identità passa dal nostro personale rapporto col corpo, dalla sua accettazione e dall’amarlo incondizionatamente; solo una relazione equilibrata ed amorevole con noi stessi, con il nostro corpo e con l’accettazione di ogni nostro cambiamento ci porta ad un reale percorso di crescita.
Che bello ed intenso questo tuo post!
Una donna davvero incredibile!
Dolcissima ed energica
Quanto si può imparare da lei …
E te?!
Eccezionale 🙂
Questi colori ti donano!
Grande 🙂
serena serata Joana
🙂
Sono d’accordo, possiamo imparare così tanto, non ha mai lasciato che le sofferenze fisiche e sentimentali gli impedissero di vivere la vita al massimo!!! 🥰🥰🥰🥰🥰
Grazie di cuore Monica❤️